L’astrofilo e la supernova

Scienza e tecnologia

Victor Buso,  appassionato di astronomia,  ha ripreso il primo impulso luminoso di una supernova, e se non fosse successo realmente, sembrerebbe una storia di fantasia.

Victor Buso

L’astrofilo Victor Buso.

Siamo nella città di Rosario in Argentina, durante la notte del 26 settembre 2016, quando l’astrofilo  Victor Buso decide di provare la sua nuova fotocamera, collegandola  al suo telescopio newtoniano da 40 cm.  Allo zenit, si trova Ngc 613,  galassia a spirale, distante circa 80 milioni di anni luce. Buso punta la galassia e, nello stupore più totale, vede comparire una nuova fonte di luce: è una stella morente nelle sue primissime fasi. La scoperta della supernova è stata paragonata alla vincita di una lotteria; una su 110 milioni è stata calcolata la probabilità di osservare un simile evento.  Una serie di scatti senza precedenti, quelli dell’astrofisico, la cui importanza è stata successivamente discussa da  un gruppo internazionale di astronomi in un articolo pubblicato su Nature.

Che cos’è una supernova

La supernova è una stella che esplode, quando collassa la materia che la compone, producendo emissioni di radiazioni molto luminose. Il ciclo di vita di una stella è alimentato da elio ed idrogeno; quando quest’ultimo si esaurisce, si innescano processi che ne determinano l’esplosione, catastrofica quanto spettacolare.

La prima supernova osservata sembra risalire al 185 d.C nella costellazione del Centauro ed è riportata nelle cronache cinesi; quella più luminosa è ASASSN-15lh, osservata il 16 luglio del 2016 e visibile solo dall’emisfero australe, con una luminosità 570 miliardi volte maggiore quella del Sole.

NGC613_color

Una fotografia a colori della galassia NGC613.

L’importanza della scoperta

I dati scientifici, che si ottengono dallo studio dei  primi impulsi di luce di una supernova, sono estremamente importanti per risalire all’evoluzione di una stella e alla sua struttura. Per inciso: solitamente gli astronomi osservano supernove, che si trovano in un tempo imprecisato dalla loro formazione. Grazie a Victor Buso, gli astronomi hanno potuto osservare l’evento dal giorno seguente l’esplosione.

Alex Filippenko dell’Università di Berkeley – che ha partecipato allo studio – ha dichiarato: “Gli astronomi hanno cercato a lungo questo evento.  Le osservazioni – prosegue – delle stelle nei primi momenti in cui iniziano ad esplodere, forniscono informazioni non ottenibili in altro modo”.