Ciak, sul divano!
Nell’epoca delle “storie a tempo” di Instagram, una piattaforma come Netflix, oggi leader del settore on demand, coi suoi oltre 100 milioni di abbonati in tutto il mondo, non poteva che trovare terreno fertile all’interno di un panorama multimediale popolato da un pubblico sempre più sofisticato in fatto di cinema e serie tv, ansioso di fagocitare quanti più prodotti possibili senza rimanere impantanato nelle attese insostenibili delle serialità televisive anni 90. Da House of Cards, prima serie lanciata da Netflix nel 2013, a Stranger Things, il concetto stesso di fruizione domestica di prodotti audiovisivi è stato rivoluzionato e spinto verso orizzonti fino a pochi anni fa inimmaginabili.
Il regista clicca sempre due volte
Il fatto che due film pregevoli come il fantasy Okja, diretto dal sudcoreano Bong Joon-ho, e il fantascientifico Mute, di Duncan Jones, abbiano debuttato direttamente su Netflix eludendo il buio delle sale cinematografiche, ci rende consapevoli della portata del fenomeno sociale di Netflix e di quanto abbia irrimediabilmente modificato la quotidianità non solo dei fruitori, ma anche e soprattutto di coloro che il cinema lo fanno di mestiere. Infatti, l’azzeramento dei costi di distribuzione fa in modo che i registi possano veicolare il loro prodotto senza incappare in difficoltà economiche scoraggianti, beneficiando di una distribuzione mondiale e in simultanea della loro opera che gli permette di raggiungere anche quelle regioni del pianeta dove fino a qualche tempo fa una selezione più ferrea dei prodotti avrebbe chiuso loro le porte.
Visioni alterate
Se oggi è possibile che durante il Super Bowl venga lanciato il trailer di Cloverfield Paradox in contemporanea con la sua uscita su Netflix, e che quindi l’attesa per un film nasca e muoia nel battito di un ciak, è pur vero che ad un linguaggio accattivante, capace di fidelizzare una larga fetta di pubblico che va dai 20 ai 40 anni, non corrisponda un reale appagamento della visione del prodotto: la qualità, non solo visiva, di serie come Altered Carbon, un parente stretto di Blade Runner, e di pellicole come Annientamento, primo capitolo di una trilogia che ha fatto il suo debutto sulla piattaforma streaming il 12 marzo, appare decisamente troppo alta per essere ingabbiata in uno schermo televisivo che ne penalizza l’esperienza visiva e immersiva. Sono in molti, soprattutto tra i puristi del grande schermo, a paventare un futuro in cui lo spettatore medio preferirà il piccolo schermo domestico al cinema, anche se francamente un’ipotesi del genere ci sembra piuttosto lungi dal diventare realtà.
Netflix in the Sky…
Di certo l’egemonia on demand di Netflix ha messo in moto alcuni meccanismi che si potrebbero definire rivoluzionari. La recente nascita della partnership con Sky, infatti, riunirà i servizi di entrambe le piattaforme all’interno di un unico pacchetto Sky TV, e amplierà l’offerta già cospicua di film e serie tv per la gioia di tutti i binge watchers che da oggi in poi avranno un motivo in più per non varcare la soglia di casa. Che sia iniziata una nuova era dell’intrattenimento? Sicuramente negli ultimi anni gli standard qualitativi dei prodotti televisivi hanno superato spesso quelli dei prodotti cinematografici, e alle energie impiegate per la creazione di serie tv non ne sono corrisposte altrettante utili a dar vita a prodotti per il grande schermo che rimanessero impressi nella mente del pubblico.
Torneranno i dinosauri?
Ma che effetto avrebbe fatto l’entrata in scena del brachiosauro di Jurassic Park vista per la prima volta seduti comodamente sul divano di casa, tra le fusa del gatto nell’orecchio e il pianoforte scordato dell’inquilino del piano di sopra? Quella sequenza avrebbe avuto lo stesso impatto emotivo su così tante generazioni di spettatori se fosse stata imbrigliata in un flat screen da 32 pollici? Se il futuro della visione domestica ci appare più orientato verso l’utilizzo di apparecchiature 3D rispetto all’uso prolungato di piattaforme streaming, ci piace pensare che niente più del cinema vissuto all’interno di una sala buia e condivisa continuerà a regalare allo spettatore quell’evasione di cui ha bisogno a dosi irregolari per ritrovare se stesso e comprendere più affondo la realtà.